Due nomi, una storia, un sito per indicare l’antica Sala degli Arabi, poi dei Paruta, la famiglia che nel 1507 aggiunse quella del proprio casato alla denominazione della primitiva città. La storia è millenaria e si lega a quella del territorio circostante: abitata da Sicani, Elimi, Greci, Romani, ha mantenuto le impronte più marcate della dominazione araba che ha lasciato tracce nelle colture agricole e nella toponomastica. Gli Arabi ritennero questi terreni, fertili e ricchi di acqua, luoghi adatti per impiantare colture e giardini, costruire cube, mulini ad acqua, casali (raggruppamenti di case) detti rabateddi, ai quali diedero i nomi di Belich, Salah, Taruch. Rahal al Merath era il casale attorno al castello o ad una torre, nel quale si trasferirono gli abitanti di Salah, e poi via via anche quelli degli altri casali, dando vita ad una nuova Sala, divenuta poi Sala dei Paruta, in seguito all’acquisto della baronia da parte di Ruggiero Paruta nel 1436. Nel 1968, dopo il terremoto il vecchio centro urbano venne abbandonato e gli abitanti si spostarono in contrada Cusumano, presso Costa di li cuti, a 170 metri s.l.m. La nuova Salaparuta è una città moderna, nitida e dinamica, con ampie strade e piazze, con nuove case e nuovi edifici pubblici.
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