Centro agricolo noto in passato per una varietà autoctona di meloni gialli, denominata “Cartucciaro”, offre ai visitatori una delle aree naturalistiche più attraenti d’Europa, tutelata dal Wwf: la Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, nel cui interno è ospitato il Museo del sale. La limitrofa frazione di Nubia, sorta presso un’antica torre d’avvistamento, è rinomata per la produzione del sale, per il tipico aglio rosso e per il pomodoro pizzutello. Poco lontano, si trova la contrada di Dattilo, dov’è possibile degustare i tipici cannoli di ricotta. L’interessante biblioteca-museo ospita una rilevante selezione di reperti archeologici. Ispiratrice del nome è stata Maria Pacheco, nipote di un viceré spagnolo e moglie del marchese Placido Fardella il quale nel 1607 fondò la città per jus populandi concessogli da Filippo III, re di Spagna, ottenendo il titolo di principe. Si suole credere che Paceco, dalla pianta urbanistica perfetta, fu squadrata dal monaco spagnolo Sabellos che aveva costruito i quartieri nuovi di Madrid. Il territorio era stato frequentato già in epoca preistorica come documentano i reperti negli antri rocciosi delle contrade Sciarrotta e Malummeri. La presenza degli Arabi è poi attestata da toponimi come Misiligiafari, casale dell’emiro Giafar, e Nubia, da nwb, oro.
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